13 mag. ’21

+ Dal Vangelo secondo Giovanni (16,12-15)

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Un poco e non mi vedrete più; un poco ancora e mi vedrete». Allora alcuni dei suoi discepoli dissero tra loro: «Che cos’è questo che ci dice: “Un poco e non mi vedrete; un poco ancora e mi vedrete”, e: “Io me ne vado al Padre”?». Dicevano perciò: «Che cos’è questo “un poco”, di cui parla? Non comprendiamo quello che vuol dire». Gesù capì che volevano interrogarlo e disse loro: «State indagando tra voi perché ho detto: “Un poco e non mi vedrete; un poco ancora e mi vedrete”? In verità, in verità io vi dico: voi piangerete e gemerete, ma il mondo si rallegrerà. Voi sarete nella tristezza, ma la vostra tristezza si cambierà in gioia».

Si stava avvicinando il confine temporale del distacco, della separazione, della straziante sottrazione del loro Maestro. Dopo una vita, fianco a fianco, per tre intensi anni, ora si adombrava lo spettro dell’assenza. I discepoli di tanto Maestro avranno pensato che Egli era invincibile, che – in quanto era il Cristo – Gesù avrebbe vinto, avrebbe liberato il Suo popolo e instaurato il Regno di Dio. E questo sarebbe effettivamente accaduto, ma con modalità altre rispetto alle loro attese, ai loro schemi. Avrebbero dovuto fare i conti con tanta tristezza, e con un nuovo tipo di gioia, con radici proprio in quella terribile tristezza!

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