+ Dal Vangelo secondo Giovanni (16,12-15)
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «In verità, in verità io vi dico: se chiederete qualche cosa al Padre nel mio nome, egli ve la darà. Finora non avete chiesto nulla nel mio nome. Chiedete e otterrete, perché la vostra gioia sia piena. Queste cose ve le ho dette in modo velato, ma viene l’ora in cui non vi parlerò più in modo velato e apertamente vi parlerò del Padre. In quel giorno chiederete nel mio nome e non vi dico che pregherò il Padre per voi: il Padre stesso infatti vi ama, perché voi avete amato me e avete creduto che io sono uscito da Dio. Sono uscito dal Padre e sono venuto nel mondo; ora lascio di nuovo il mondo e vado al Padre»
“Chiedere è lecito, rispondere è cortesia”, recita un noto proverbio. Gesù ci invita a chiedere, con fiducia, al Padre. Il vero problema è: cosa chiedere? Gesù stesso si è ritrovato a chiedere una “dispensa” dalla terribile, incipiente Passione: umanissima e dunque comprensibilissima richiesta… tuttavia subito rientrata e orientata alla misteriosa permissione divina, di “disumana” esigenza. S. Ignazio di Loyola invita a desiderare, chiedere, con “indifferenza”, cioè con vera libertà interiore: “Non la mia Volontà, ma la Tua Volontà, sia fatta, Padre”. Educarci dunque a chiedere nel modo giusto, senza pretese o capricci!
