23 ott. ’21

+ Dal Vangelo secondo Luca (12,54-59)

In quel tempo, si presentarono alcuni a riferire a Gesù il fatto di quei Galilei, il cui sangue Pilato aveva fatto scorrere insieme a quello dei loro sacrifici. Prendendo la parola, Gesù disse loro: «Credete che quei Galilei fossero più peccatori di tutti i Galilei, per aver subìto tale sorte? No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo. O quelle diciotto persone, sulle quali crollò la torre di Sìloe e le uccise, credete che fossero più colpevoli di tutti gli abitanti di Gerusalemme? No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo». Diceva anche questa parabola: «Un tale aveva piantato un albero di fichi nella sua vigna e venne a cercarvi frutti, ma non ne trovò. Allora disse al vignaiolo: “Ecco, sono tre anni che vengo a cercare frutti su quest’albero, ma non ne trovo. Tàglialo dunque! Perché deve sfruttare il terreno?”. Ma quello gli rispose: “Padrone, lascialo ancora quest’anno, finché gli avrò zappato attorno e avrò messo il concime. Vedremo se porterà frutti per l’avvenire; se no, lo taglierai”».

Oggi siamo molto impressionati quando accade un disastro aereo, un terremoto, un incendio… molte vite soccombono, senza una colpa diretta. Molti dicono: il caso! Questo è sempre accaduto: l’incidente, la fortuità, l’imprevedibile. E Gesù per l’appunto cita un fatto di violenza e un caso di drammatica accidentalità, mettendo in guardia dal giudicare: ma piuttosto invitando a prendere sul serio il pressante appello alla conversione. Cambiare vita, dunque, che la parabola seguente orienta alla fruttuosità: la nostra vita rischia di essere sterile. La divina Pazienza ci è offerta perché, finalmente, portiamo frutto.

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