31 lug. ’21

+ Dal Vangelo secondo Luca (14,25-33)

In quel tempo, una folla numerosa andava con lui. Egli si voltò e disse loro: «Se uno viene a me e non mi ama più di quanto ami suo padre, la madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non può essere mio discepolo. Colui che non porta la propria croce e non viene dietro a me, non può essere mio discepolo. Chi di voi, volendo costruire una torre, non siede prima a calcolare la spesa e a vedere se ha i mezzi per portarla a termine? Per evitare che, se getta le fondamenta e non è in grado di finire il lavoro, tutti coloro che vedono comincino a deriderlo, dicendo: «Costui ha iniziato a costruire, ma non è stato capace di finire il lavoro». Oppure quale re, partendo in guerra contro un altro re, non siede prima a esaminare se può affrontare con diecimila uomini chi gli viene incontro con ventimila? Se no, mentre l’altro è ancora lontano, gli manda dei messaggeri per chiedere pace. Così chiunque di voi non rinuncia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo.

L’immagine evangelica della torre da costruire, per la quale è necessario domandarsi se si hanno i mezzi per portarla a compimento, è usata da sant’Ignazio per chi desidera entrare nella Compagnia da lui fondata, ed è un’immagine inquietante. Chi di noi di fronte a un’impresa faticosa, si sentirebbe tranquillo? Questa è certo entrare nella Compagnia, ma anche in generale la vita cristiana, nello sposarsi, nel mandare avanti una famiglia, in ogni cosa. Ma noi tutti siamo la casa di Dio, l’edificio di Dio: è Lui che ci costruisce. Rinunciamo alle nostre forze, per confidare solo in Lui. (odb)

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