[vc_row_inner css=”%7B%22default%22%3A%7B%22padding-bottom%22%3A%2220px%22%7D%7D”][vc_column_inner][us_btn link=”url:http%3A%2F%2Fwww.testadp.cloud%2Fwp-content%2Fuploads%2F2018%2F10%2FMESSAGGIO-Novembre-_-10-sett.pdf||target:%20_blank|” style=”5″ align=”center” icon=”far|file-pdf” label=”Scarica il pdf” custom_width=”200px” css=”%7B%22default%22%3A%7B%22font-size%22%3A%2216px%22%7D%7D”][/vc_column_inner][/vc_row_inner]a cura delle Figlie della Chiesa (Santa Maria del Silenzio, Roma)
per l’adorazione eucaristica, novembre
Introduzione
Il mese di novembre ci invita a condividere il gaudio celeste dei santi, ad assaporarne la gioia. I santi non sono una esigua casta di eletti, ma una folla senza numero, verso la quale il libro dell’Apocalisse ci esorta oggi a levare lo sguardo. In tale moltitudine non vi sono soltanto i santi ufficialmente riconosciuti, ma i battezzati di ogni epoca e nazione, che hanno cercato di compiere con amore e fedeltà la volontà divina. Della gran parte di essi non conosciamo i volti e nemmeno i nomi, ma con gli occhi della fede li vediamo risplendere, come astri pieni di gloria, nel firmamento di Dio, consapevoli che la salvezza appartiene al nostro Dio e, per una volta, uomini e donne di ogni razza, popolo e nazione senza discriminazione, senza divisioni, richiedenti asilo e non, tutti insieme cittadini della Gerusalemme celeste.
Canto: Popoli tutti acclamate
Mio Dio, Signore, nulla è pari a Te.
Ora e per sempre, voglio lodare
il tuo grande amor per noi.
Mia roccia Tu sei, pace e conforto mi dai,
con tutto il cuore e le mie forze,
sempre io ti adorerò.
Popoli tutti acclamate al Signore,
gloria e potenza cantiamo al Re,
mari e monti si prostrino a Te,
al tuo nome, o Signore.
Canto di gioia per quello che fai,
per sempre Signore con Te resterò,
non c’è promessa non c’è fedeltà che in Te.
(Si ripete due volte)
Popoli tutti acclamate al Signore,
gloria e potenza cantiamo al Re,
mari e monti si prostrino a Te,
al tuo nome, o Signore.
Canto di gioia per quello che fai,
per sempre Signore con Te resterò,
non c’è promessa non c’è fedeltà che in Te
non c’è promessa non c’è fedeltà che in Te.
non c’è promessa non c’è fedeltà che in Te.
Dal libro dell’Apocalisse di San Giovanni Apostolo 7, 9-17
Dopo ciò, apparve una moltitudine immensa, che nessuno poteva contare, di ogni nazione, razza, popolo e lingua. Tutti stavano in piedi davanti al trono e davanti all’Agnello, avvolti in vesti candide, e portavano palme nelle mani. E gridavano a gran voce: ‘La salvezza appartiene al nostro Dio seduto sul trono e all’Agnello’. Allora tutti gli angeli che stavano intorno al trono e i vegliardi e i quattro esseri viventi, si inchinarono profondamente con la faccia davanti al trono e adorarono Dio dicendo: ‘Amen! Lode, gloria, sapienza, azione di grazie, onore, potenza e forza al nostro Dio nei secoli dei secoli. Amen’. Uno dei vegliardi allora si rivolse a me e disse: ‘Quelli che sono vestiti di bianco, chi sono e donde vengono?’. Gli risposi: ‘Signore mio, tu lo sai’. E lui: ‘Essi sono coloro che sono passati attraverso la grande tribolazione e hanno lavato le loro vesti rendendole candide col sangue dell’Agnello. Per questo stanno davanti al trono di Dio e gli prestano servizio giorno e notte nel suo santuario; e Colui che siede sul trono stenderà la sua tenda sopra di loro. Non avranno più fame, né avranno più sete, né li colpirà il sole, né arsura di sorta, perché l’Agnello che sta in mezzo al trono sarà il loro pastore e li guiderà alle fonti delle acque della vita. E Dio tergerà ogni lacrima dai loro occhi’.
Dall’omelia di Papa Benedetto XVI, 1° novembre 2006
Quest’oggi la Chiesa festeggia la sua dignità di “madre dei santi, immagine della città superna” (A. Manzoni), e manifesta la sua bellezza di sposa immacolata di Cristo, sorgente e modello di ogni santità. (…) Nella prima Lettura, l’autore del libro dell’Apocalisse descrive “una moltitudine immensa, che nessuno poteva contare, di ogni nazione, razza, popolo e lingua” (Ap 7, 9). Questo popolo comprende i santi dell’Antico Testamento, a partire dal giusto Abele e dal fedele Patriarca Abramo, quelli del Nuovo Testamento, i numerosi martiri dell’inizio del cristianesimo e i beati e i santi dei secoli successivi, sino ai testimoni di Cristo di questa nostra epoca. Li accomuna tutti la volontà di incarnare nella loro esistenza il Vangelo, sotto l’impulso dell’eterno animatore del Popolo di Dio che è lo Spirito Santo.
Ma “a che serve la nostra lode ai santi, a che il nostro tributo di gloria, a che questa stessa nostra solennità?”. Con questa domanda comincia una famosa omelia di san Bernardo per il giorno di Tutti i Santi. È domanda che ci si potrebbe porre anche oggi. E attuale è anche la risposta che il Santo ci offre: “I nostri santi – egli dice – non hanno bisogno dei nostri onori e nulla viene a loro dal nostro culto. Per parte mia, devo confessare che, quando penso ai santi, mi sento ardere da grandi desideri” (Disc. 2; Opera Omnia Cisterc. 5, 364ss). Ecco dunque il significato dell’odierna solennità: guardando al luminoso esempio dei santi risvegliare in noi il grande desiderio di essere come i santi: felici di vivere vicini a Dio, nella sua luce, nella grande famiglia degli amici di Dio. Essere Santo significa: vivere nella vicinanza con Dio, vivere nella sua famiglia. E questa è la vocazione di noi tutti, con vigore ribadita dal Concilio Vaticano II, ed oggi riproposta in modo solenne alla nostra attenzione.
Ma come possiamo divenire santi, amici di Dio? (…) E’ necessario innanzitutto ascoltare Gesù e poi seguirlo senza perdersi d’animo di fronte alle difficoltà. “Se uno mi vuol servire – Egli ci ammonisce – mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servo. Se uno mi serve, il Padre lo onorerà” (Gv 12, 26). Chi si fida di Lui e lo ama con sincerità, come il chicco di grano sepolto nella terra, accetta di morire a sé stesso. Egli infatti sa che chi cerca di avere la sua vita per se stesso la perde, e chi si dà, si perde, trova proprio così la vita (Cfr Gv 12, 24-25). (…) L’esempio dei santi è per noi un incoraggiamento a seguire le stesse orme, a sperimentare la gioia di chi si fida di Dio, perché l’unica vera causa di tristezza e di infelicità per l’uomo è vivere lontano da Lui.
Silenzio
Canto: Adoro Te
Sei qui davanti a me, o mio Signore, sei in questa brezza che ristora il cuore,
roveto che mai si consumerà, presenza che riempie l’anima.
Adoro Te, fonte della Vita, adoro Te, Trinità infinità.
I miei calzari leverò su questo santo suolo,
alla presenza Tua mi prostrerò.
Sei qui davanti a me, o mio Signore, nella Tua grazia trovo la mia gioia.
Io lodo, ringrazio e prego perché il mondo ritorni a vivere in Te.
Adoro Te, fonte della Vita, adoro Te, Trinità infinità.
I miei calzari leverò su questo santo suolo,
alla presenza Tua mi prostrerò.
Adoro Te, fonte della Vita, adoro Te, Trinità infinità.
I miei calzari leverò su questo santo suolo,
alla presenza Tua mi prostrerò, mio Signor.
Interiorizzazione
A cori alterni
Insegnaci a pregare, Gesù,
che hai unito la nostra terra al cielo;
sii per ciascuno di noi maestro di preghiera,
perché non siamo capaci di pregare.
Insegnaci a pregare
come tu hai pregato, con tutta l’anima,
con cuore filiale che al Padre,
con tutta la gioia di un intimo dialogo.
Insegnaci a pregare,
nella semplicità, nella sincerità,
sapendo essere veri in quello che diciamo,
mostrando nude le nostre piaghe più segrete.
Insegnaci a pregare,
a trasformare il timore in una implorazione,
ad affidare la nostra pena a Colui che ci ama,
a offrire la nostra gioia in azione di grazie per tutti.
Insegnaci a pregare,
a perseverare senza mai stancarci,
a credere nella presenza misteriosa, invisibile,
che accoglie e comprende, ascolta e risponde.
Preghiera
Signore, quando ho fame, dammi qualcuno che ha bisogno di cibo; quando ho sete, mandami qualcuno che ha bisogno di una bevanda; quando ho freddo, mandami qualcuno da scaldare; quando ho un dispiacere, offrimi qualcuno da consolare; quando la mia croce diventa pesante, fammi condividere la croce di un altro; quando sono povero, guidami da qualcuno nel bisogno; quando non ho tempo, dammi qualcuno che io possa aiutare per qualche momento; quando sono umiliato, fa’ che io abbia qualcuno da lodare; quando sono scoraggiato, mandami qualcuno da incoraggiare; quando ho bisogno della comprensione degli altri, dammi qualcuno che ha bisogno della mia; quando ho bisogno che ci si occupi di me, mandami qualcuno di cui occuparmi; quando penso solo a me stesso, attira la mia attenzione su un’altra persona.
(M. Teresa di Calcutta)