festa dell’Amore di Dio

[vc_row_inner css=”%7B%22default%22%3A%7B%22padding-bottom%22%3A%2220px%22%7D%7D”][vc_column_inner][us_btn link=”url:http%3A%2F%2Fwww.testadp.cloud%2Fwp-content%2Fuploads%2F2018%2F05%2F2018-06-18-adorazione.pdf||target:%20_blank|” align=”center” icon=”far|file-pdf” style=”5″ label=”Scarica il pdf” custom_width=”200px” css=”%7B%22default%22%3A%7B%22font-size%22%3A%2216px%22%7D%7D”][/vc_column_inner][/vc_row_inner]a cura delle Figlie della Chiesa (Santa Maria del Silenzio, Roma)

per l’adorazione eucaristica

Introduzione

 

La devozione al Sacro Cuore di Gesù è nata in Francia, a Paray Le Monial, dopo una serie di visioni di Santa Margherita Maria Alacoque nelle quali Cristo le ha chiesto di lavorare per l’istituzione di una festa in onore del Sacro Cuore. Le apparizioni ebbero luogo tra il 1673 e il 1675. “Voglio che tu mi serva da strumento per attirare i cuori al mio amore”, disse il Signore a questa santa francese in base alla sua testimonianza. “Il mio Cuore divino arde così tanto d’amore per gli uomini e per te in particolare, che, non potendo contenere in se stesso le fiamme della sua carità ardente, deve diffonderle per mezzo tuo e manifestarsi agli uomini per arricchirli dei suoi preziosi tesori”.

 

Canone di Taizé

Ubi caritas et amor

Ubi caritas, Deus ibi est.

 

Dal Vangelo di Giovanni 19,31-34

Allora i Giudei, perché i corpi non rimanessero sulla croce durante il sabato (poiché era la Preparazione e quel sabato era un gran giorno), chiesero a Pilato che fossero loro spezzate le gambe, e fossero portati via. I soldati dunque vennero e spezzarono le gambe al primo, e poi anche all’altro che era crocifisso con lui; ma giunti a Gesù, lo videro già morto, e non gli spezzarono le gambe, ma uno dei soldati gli forò il costato con una lancia, e subito ne uscì sangue e acqua.

 

Dall’Angelus del 9 giugno 2013,

di Papa Francesco

Il mese di giugno è tradizionalmente dedicato al Sacro Cuore di Gesù, massima espressione umana dell’amore divino. Proprio venerdì scorso, infatti, abbiamo celebrato la solennità del Cuore di Cristo, e questa festa dà l’intonazione a tutto il mese. La pietà popolare valorizza molto i simboli, e il Cuore di Gesù è il simbolo per eccellenza della misericordia di Dio; ma non è un simbolo immaginario, è un simbolo reale, che rappresenta il centro, la fonte da cui è sgorgata la salvezza per l’umanità intera. Nei Vangeli troviamo diversi riferimenti al Cuore di Gesù, ad esempio nel passo in cui Cristo stesso dice: «Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore» (Mt 11,28-29). Fondamentale poi è il racconto della morte di Cristo secondo Giovanni. Questo evangelista infatti testimonia ciò che ha veduto sul Calvario, cioè che un soldato, quando Gesù era già morto, gli colpì il fianco con la lancia e da quella ferita uscirono sangue ed acqua (cfr Gv 19,33-34). Giovanni riconobbe in quel segno, apparentemente casuale, il compimento delle profezie: dal cuore di Gesù, Agnello immolato sulla croce, scaturisce per tutti gli uomini il perdono e la vita. Ma la misericordia di Gesù non è solo un sentimento, è una forza che dà vita, che risuscita l’uomo! Ce lo dice anche il Vangelo nell’episodio della vedova di Nain (Lc 7,11-17). Gesù, con i suoi discepoli, sta arrivando appunto a Nain, un villaggio della Galilea, proprio nel momento in cui si svolge un funerale: si porta alla sepoltura un ragazzo, figlio unico di una donna vedova. Lo sguardo di Gesù si fissa subito sulla madre in pianto. Dice l’evangelista Luca: «Vedendola, il Signore fu preso da grande compassione per lei» (v. 13). Questa «compassione» è l’amore di Dio per l’uomo, è la misericordia, cioè l’atteggiamento di Dio a contatto con la miseria umana, con la nostra indigenza, la nostra sofferenza, la nostra angoscia. Il termine biblico «compassione» richiama le viscere materne: la madre, infatti, prova una reazione tutta sua di fronte al dolore dei figli. Così ci ama Dio, dice la Scrittura. E qual è il frutto di questo amore, di questa misericordia? E’ la vita! Gesù disse alla vedova di Nain: «Non piangere!», e poi chiamò il ragazzo morto e lo risvegliò come da un sonno (cfr vv. 13-15). Pensiamo questo, è bello: la misericordia di Dio dà vita all’uomo, lo risuscita dalla morte. Il Signore ci guarda sempre con misericordia; non dimentichiamolo, ci guarda sempre con misericordia, ci attende con misericordia. Non abbiamo timore di avvicinarci a Lui! Ha un cuore misericordioso! Se gli mostriamo le nostre ferite interiori, i nostri peccati, Egli sempre ci perdona. E’ pura misericordia! Andiamo da Gesù! Rivolgiamoci alla Vergine Maria: il suo cuore immacolato, cuore di madre, ha condiviso al massimo la «compassione» di Dio, specialmente nell’ora della passione e della morte di Gesù. Ci aiuti Maria ad essere miti, umili e misericordiosi con i nostri fratelli.

 

Canto: Cuore di Cristo (di M. Frisina)

 

Cuore di Cristo, fornace ardente

di carità e di bontà infinita,

fosti formato nel grembo di Maria

dalla potenza dello Spirito.

 

Cuore di Cristo, tempio di Dio,

porta del cielo e dimora divina,

sei tabernacolo di giustizia e amore,

d’ogni virtù tu sei l’abisso.

 

Cuore di Cristo, d’ogni lode sei degno,

tu sei il re e il centro d’ogni cuore,

d’ogni sapienza e scienza sei tesoro,

noi riceviamo da te ogni pienezza.

 

Cuore di Cristo tu sei salvezza

di chi ripone la speranza in te,

sei dei morenti speranza e fiducia,

di tutti i santi la dolcezza. Amen.

 

Ripetiamo insieme:

Dio sei, amore

 

Abbiamo gettato lo sguardo nell’abisso infinito che contiene il fuoco divorante del tuo amore. Amore che parte dall’alto come forza travolgente, luce e calore, relazione vitale. Pienezza dell’Essere che si riversa su coloro che sono. Gratuità che ama anche chi non merita di essere amato

Dio sei, amore

Amore che scende attratto dalla mancanza di vita. Amore immotivato, libero, spontaneo, che rende preziose le creature che ami. Amore federe che ama sino alla fine! Gesù, Uomo vero, ti sei fatto simile a noi per divinizzarci, renderci simili a te.

Dio sei, amore

Solo il simile conosce il simile. Chi non ama non conosce. Conoscere è vivere. Non amare è morire. Amore sei tu, Figlio inviato nel mondo per darci la vita. Amore preveniente e sconvolgente!

Dio sei, amore

Amore che bussi alla porta di ciascuno e non sei contento finchè non ti apre. “Cuore inquieto” che non ha pace finchè non trova risposta nel nostro cuore.

Dio sei, amore

 

Interiorizzazione

 

Dall’Autobiografia

di S. Teresa di Lisieux

 

“Compresi che la Chiesa ha un cuore bruciato dall’amore. Capii che solo l’amore spinge all’azione le membra della Chiesa e che, spento quest’amore, gli apostoli non avrebbero più annunciato il Vangelo, i martiri non avrebbero più versato il loro sangue. Compresi e conobbi che l’amore abbraccia tutto, che si estende a tutti i tempi e a tutti i luoghi, in una parola che l’amore è eterno. Allora con somma gioia gridai: O Gesù, mio amore, ho trovato finalmente la mia vocazione. La mia vocazione è l’amore. Si, ho trovato il mio posto nella Chiesa: nel cuore della Chiesa, mia madre, io sarò l’amore e in tal modo sarò tutto!”.

 

Litanie al Sacro Cuore di Gesù

Santa Trinità, unico Dio

Abbi pietà di noi

 

Cuore di Gesù, Figlio dell’Eterno Padre       Abbi pietà di noi

 

Cuore di Gesù, formato dallo Spirito Santo nel seno della Vergine Maria “

Cuore di Gesù, maestà infinita “

Cuore di Gesù, tempio santo di Dio “

Cuore di Gesù, abisso di ogni virtù

Cuore di Gesù, vittima per i peccatori

Cuore di Gesù, salvezza di spera in Te

Cuore di Gesù, gioia di tutti i Santi

Cuore di Gesù che bruci d’amore per noi, Infiamma il nostro cuore d’amore per te

 

Preghiera

 

O Divino Spirito guida della nostra vita, rendici adoratori del Padre e veri discepoli di Cristo. Donaci il gusto del silenzio dell’ascolto, che ci aiuti a crescere nella fede e a farti spazio nella nostra vita; del silenzio orante, che ci faccia cogliere la tua presenza

e ci liberi della moltitudine di parole di cui è pieno il nostro cuore; del silenzio offerente, di chi non vuole tenere niente per se, ma tutto desidera donare per Amore;

del silenzio umile, di chi confida e si abbandona, riconosce che tutto è Tuo, il resto è vano; del silenzio della carità, che si muove con gratuità e discrezione, si fa prossimo e conforta:

del silenzio prudente, che evita le parole inutili, i giudizi e le critiche;

del silenzio paziente, che allarga il cuore e sa portare i pesi degli altri con serenità: del silenzio gioioso, di chi vive cercando Dio nelle occupazioni e sparge intorno a se il buon profumo di Cristo.

 

Padre nostro

 

Tantum Ergo

 

benedizione eucaristica

 

acclamazioni

 

Dio sia benedetto.

Benedetto il suo Santo Nome.

Benedetto Gesù Cristo,

vero Dio e vero Uomo.

Benedetto il Nome di Gesù.

Benedetto il suo sacratissimo Cuore.

Benedetto il suo preziosissimo Sangue.

Benedetto Gesù nel santissimo

Sacramento dell’altare.

Benedetto lo Spirito Santo Paraclito.

Benedetta la gran Madre di Dio,

Maria Santissima.

Benedetta la sua santa

e Immacolata Concezione.

Benedetta la sua gloriosa Assunzione.

Benedetto il Nome di Maria,

Vergine e Madre.

Benedetto San Giuseppe,

suo castissimo Sposo.

Benedetto Dio nei suoi Angeli

e nei suoi Santi.

 

Se vogliamo riscoprire in tutta la sua ricchezza il rapporto intimo che
lega Chiesa ed Eucaristia, non possiamo dimenticare Maria, Madre e
modello della Chiesa. Maria ci può guidare verso l’Eucaristia perché c’è
una relazione profonda tra lei e il Verbo fatto carne. Il rapporto di
Maria con l’Eucaristia si può delineare a partire dal suo atteggiamento
interiore. Maria è donna eucaristica con l’intera sua vita. La Chiesa, e
dunque ciascuno di noi, guardando a Maria come a proprio modello, è
chiamata ad imitarla anche nel suo rapporto con questo Mistero santissimo.

Dal vangelo secondo Luca 1, 39-45
In quei giorni, Maria si mise in viaggio verso la montagna e raggiunse
in fretta una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccaria, salutò
Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino
le sussultò nel grembo. Elisabetta fu piena di Spirito Santo ed esclamò
a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo
grembo! A che debbo che la madre del mio Signore venga a me? Ecco,
appena la voce del tuo saluto è giunta ai miei orecchi, il bambino ha
esultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto
nell’adempimento delle parole del Signore» .

Canto – Maria, tu che hai atteso

Maria, tu che hai atteso nel silenzio
la sua Parola per noi.
Aiutaci ad accogliere il Figlio tuo,
che ora vive in noi.
Maria, tu che sei stata così docile,
davanti al tuo Signor.
Maria, tu che hai portato dolcemente
l’immenso dono d’amor.
Maria, Madre,
umilmente tu hai sofferto
del suo ingiusto dolor.
Maria, tu che ora vivi nella gloria
assieme al tuo Signor.

Papa Benedetto XVI, Udienza generale del 15 febbraio 2006

Il primo movimento del cantico mariano (cf. Lc 1, 46-50) è una sorta di
voce solista che si leva verso il cielo per raggiungere il Signore.
Sentiamo proprio la voce della Madonna che parla così del suo Salvatore,
che ha fatto grandi cose nella sua anima e nel suo corpo. Si noti,
infatti, il risuonare costante della prima persona: “L’anima mia … il
mio spirito … mio salvatore … mi chiameranno beata … grandi cose
ha fatto in me …”. L’anima della preghiera è, quindi, la celebrazione
della grazia divina che ha fatto irruzione nel cuore e nell’esistenza di
Maria, rendendola la Madre del Signore. L’intima struttura del suo canto
orante è, allora, la lode, il ringraziamento, la gioia riconoscente. Ma
questa testimonianza personale non è solitaria e intimistica, puramente
individualistica, perché la Vergine Madre è consapevole di avere una
missione da compiere per l’umanità e la sua vicenda si inserisce
all’interno della storia della salvezza. E così può dire: “Di
generazione in generazione la sua misericordia si stende su quelli che
lo temono” (v. 50). La Madonna con questa lode del Signore dà voce a
tutte le creature redente che nel suo “Fiat”, e così nella figura di
Gesù nato dalla Vergine, trovano la misericordia di Dio. È a questo
punto che si svolge il secondo movimento poetico e spirituale del
Magnificat (cf. vv. 51-55). Esso ha una tonalità più corale, quasi che
alla voce di Maria si associ quella dell’intera comunità dei fedeli che
celebrano le scelte sorprendenti di Dio. Nell’originale greco del
Vangelo di Luca abbiamo sette verbi all’aoristo, che indicano
altrettante azioni che il Signore compie in modo permanente nella
storia: “Ha spiegato la potenza… ha disperso i superbi … ha
rovesciato i potenti … ha innalzato gli umili … ha ricolmato di beni
gli affamati … ha rimandato i ricchi … ha soccorso Israele”. In
questo settenario di opere divine è evidente lo “stile” a cui il Signore
della storia ispira il suo comportamento: egli si schiera dalla parte
degli ultimi. Il suo è un progetto che è spesso nascosto sotto il
terreno opaco delle vicende umane, che vedono trionfare “i superbi, i
potenti e i ricchi”. Eppure la sua forza segreta è destinata alla fine a
svelarsi, per mostrare chi sono i veri prediletti di Dio: “Coloro che lo
temono”, fedeli alla sua parola; “gli umili, gli affamati, Israele suo
servo”, ossia la comunità del popolo di Dio che, come Maria, è
costituita da coloro che sono “poveri”, puri e semplici di cuore. È quel
“piccolo gregge” che è invitato a non temere perché al Padre è piaciuto
dare ad esso il suo regno (cf. Lc 12, 32). E così questo canto ci invita
ad associarci a questo piccolo gregge, ad essere realmente membri del
Popolo di Dio nella purezza e nella semplicità del cuore, nell’amore di
Dio. Raccogliamo, allora, l’invito che nel suo commento al testo del
Magnificat ci rivolge sant’Ambrogio; il grande Dottore della Chiesa
dice: “Sia in ciascuno l’anima di Maria a magnificare il Signore, sia in
ciascuno lo spirito di Maria a esultare in Dio; se, secondo la carne,
una sola è la madre di Cristo, secondo la fede tutte le anime generano
Cristo; ognuna infatti accoglie in sé il Verbo di Dio … L’anima di
Maria magnifica il Signore, e il suo spirito esulta in Dio, perché,
consacrata con l’anima e con lo spirito al Padre e al Figlio, essa adora
con devoto affetto un solo Dio, dal quale tutto proviene, e un solo
Signore, in virtù del quale esistono tutte le cose”.

Silenzio

Canto: La mia anima canta
La mia anima canta
la grandezza de Signore,
il mio spirito esulta in Dio
mio Salvatore
Nella mia povertà
l’Infinito mi ha guardata
in eterno ogni creatura
mi chiamerà beata.

La mia gioia è nel Signore che ha compiuto grandi cose in me.
La mia lode al Dio fedele
che ha soccorso il suo popolo
e non ha dimenticato
le sue promesse d’amore.

Ha disperso i superbi nei pensieri
inconfessabili,
ha deposto i potenti,
ha risollevato gli umili,
ha saziato gli affamati
e aperto ai ricchi le mani

Preghiera di Don Tonino Bello

Santa Maria, donna del pane, chissà quante volte all’interno della casa
di Nazaret hai sperimentato pure tu la povertà della mensa, che avresti
voluto meno indegna del Figlio di Dio. E, come tutte le madri della
terra preoccupate di preservare dagli stenti l’adolescenza delle proprie
creature, ti sei adattata alle fatiche più pesanti perché a Gesù non
mancasse, sulla tavola, una scodella di legumi e, nelle sacche della sua
tunica, un pugno di fichi. Santa Maria, donna del pane, da chi se non da
te, nei giorni dell’abbondanza con gratitudine, e nelle lunghe sere
delle ristrettezze con fiducia, accanto al focolare che crepitava senza
schiuma di pentole, Gesù può aver appreso quella frase del Deuteronomio,
con cui il tentatore sarebbe stato affrontato nel deserto: «Non di solo
pane vive l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio»?
Ripeticela, quella frase, perché la dimentichiamo facilmente. Facci
capire che il pane non è tutto. Che i conti in banca non bastano a
renderci contenti. Che la tavola piena di vivande non sazia, se il cuore
è vuoto di verità. Che se manca la pace dell’anima, anche i cibi più
raffinati son privi di sapori. Perciò, quando ci vedi brancolare
insoddisfatti attorno alle nostre dispense stracolme di beni, muoviti a
compassione di noi, placa il nostro bisogno di felicità, e torna a
deporre nella mangiatoia, come quella notte facesti a Betlemme, il pane
vivo disceso dal cielo. Perché solo chi mangia di quel pane non avrà più
fame in eterno.

Canone di Taizé
Adoramus te Domine

Preghiera di santa Teresa di Calcutta
Maria, madre di Gesù,
dammi il tuo cuore,
così bello, così puro,
così immacolato,
così pieno d’amore e umiltà:
rendimi capace di ricevere Gesù
nel Pane della Vita,
amarlo come lo amasti
e servirlo sotto le povere spoglie
del più povero tra i poveri. Amen.

Padre nostro

Tantum Ergo

benedizione eucaristica

acclamazioni

Dio sia benedetto.
Benedetto il suo Santo Nome.
Benedetto Gesù Cristo,
vero Dio e vero Uomo.
Benedetto il Nome di Gesù.
Benedetto il suo sacratissimo Cuore.
Benedetto il suo preziosissimo Sangue.
Benedetto Gesù nel santissimo
Sacramento dell’altare.
Benedetto lo Spirito Santo Paraclito.
Benedetta la gran Madre di Dio,
Maria Santissima.
Benedetta la sua santa
e Immacolata Concezione.
Benedetta la sua gloriosa Assunzione.
Benedetto il Nome di Maria,
Vergine e Madre.
Benedetto San Giuseppe,
suo castissimo Sposo.
Benedetto Dio nei suoi Angeli
e nei suoi Santi.

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