[vc_row_inner css=”%7B%22default%22%3A%7B%22padding-bottom%22%3A%2220px%22%7D%7D”][vc_column_inner][us_btn link=”url:http%3A%2F%2Fwww.testadp.cloud%2Fwp-content%2Fuploads%2F2018%2F10%2FMESSAGGIO-adorazione-ottobre.pdf||target:%20_blank|” align=”center” icon=”far|file-pdf” style=”5″ label=”Scarica il pdf” custom_width=”200px” css=”%7B%22default%22%3A%7B%22font-size%22%3A%2216px%22%7D%7D”][/vc_column_inner][/vc_row_inner]a cura delle Figlie della Chiesa (Santa Maria del Silenzio, Roma)
per l’adorazione eucaristica, ottobre
Introduzione
Nel mese di ottobre riprende la pratica dei primi venerdì del mese dedicati al Cuore di Gesù e richiesti dal Signore stesso a santa Margherita Maria Alacoque. Tale pratica non è circoscritta solo ai mesi da ottobre a giugno, ma è posta come memoria, sollecitazione a non distogliere il cuore dall’amore infinito di Cristo che non finisce di amarci e che con il suo alito di vita ci ridona la vita a cominciare dal mattino di ogni giorno. L’amore di Cristo per noi sue creature è un abisso di carità inesauribile e, per la nostra mente umana limitata, difficile da capire. Dinanzi a questo amore infinito, smisurato, personale, sovrabbondante, la nostra risposta può essere solo un silenzio adorante, stupito, come lo sguardo meravigliato di un bambino quando gli si offre un regalo grande di cui non conosceva l’esistenza. Apriamo il nostro cuore, accogliamo l’amore infinito di Dio, lasciamoci guardare e amare.
Canto canone di Taizè
Ubi caritas et amor,
ubi caritas, Deus ibi est
Dal Vangelo di Marco 10, 17-27
Mentre andava per la strada, un tale gli corse incontro e, gettandosi in ginocchio davanti a lui, gli domandò: «Maestro buono, che cosa devo fare per avere in eredità la vita eterna?». Gesù gli disse: «Perché mi chiami buono? Nessuno è buono, se non Dio solo. Tu conosci i comandamenti: Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non testimoniare il falso, non frodare, onora tuo padre e tua madre». Egli allora gli disse: «Maestro, tutte queste cose le ho osservate fin dalla mia giovinezza». Allora Gesù fissò lo sguardo su di lui, lo amò e gli disse: «Una cosa sola ti manca: va’, vendi quello che hai e dallo ai poveri, e avrai un tesoro in cielo; e vieni! Seguimi!». Ma a queste parole egli si fece scuro in volto e se ne andò rattristato; possedeva infatti molti beni. Gesù, volgendo lo sguardo attorno, disse ai suoi discepoli: «Quanto è difficile, per quelli che possiedono ricchezze, entrare nel regno di Dio!». I discepoli erano sconcertati dalle sue parole; ma Gesù riprese e disse loro: «Figli, quanto è difficile entrare nel regno di Dio! È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio». Essi, ancora più stupiti, dicevano tra loro: «E chi può essere salvato?». Ma Gesù, guardandoli in faccia, disse: «Impossibile agli uomini, ma non a Dio! Perché tutto è possibile a Dio».
Commento di Enzo Bianchi
Questo brano evangelico ha attraversato i secoli ed è giunto fino a noi come racconto di vocazione di un giovane: una vocazione abortita, una vocazione mancata, con l’esito di una grande tristezza. Questo dice la forza della nostra pagina per ognuno che si fa discepolo, che incontra nella sua vita il Signore. Ma io credo che questo testo riguardi non solo la vocazione di ciascuno di noi, bensì il nostro quotidiano, nel quale sempre cerchiamo il volto di Gesù che ci precede, lo sguardo di Gesù che ci discerne e ci parla. Gesù mi guarda, guarda ciascuno di noi, fissa lo sguardo sul nostro volto e guardandoci ci ama. Noi crediamo a questo sguardo? Siamo attenti a leggere questo sguardo nella sua gratuità, nel suo non voler sedurre, nel suo offrirci amore senza imporlo? Siamo disposti ad accogliere questa precedenza con cui il Signore ci ama e ci discerne, anche se noi non ci giudichiamo degni? Queste sono domande serie implicate nella nostra preghiera, nella nostra assiduità con il Signore: la qualità della nostra relazione con il Signore si gioca qui… Qui, in questo incrocio di sguardi, quello del Signore e il mio; assumo o non assumo la capacità di vedere il Signore che mi guarda attraverso gli occhi del povero, il volto del sofferente, lo sguardo bisognoso dell’ultimo. È sempre questione di saper “vedere” e sapere cosa significhi “l’essere visti”.
Interiorizzazione
Siamo sicuri, Signore, che dalla Tua Eucaristia viene a noi un’energia d’Amore, di dono, di missione; dall’Eucaristia scaturisce la missione; dall’Eucaristia viene la Chiesa, nasce la Chiesa che è tutta missionaria. Con questo Sacramento del Tuo dono dacci la forza di accogliere il tuo Amore e di esserne testimoni nel mondo, fa di ciascuno di noi un vero missionario, a cominciare dall’ambiente in cui siamo, dai nostri cari, dalle persone che incontriamo, soccorrici nella tentazione di fuggire da te, di andare lontano senza di te, dacci il coraggio, l’energia per annunciare il Tuo Vangelo!
Dal Salmo 138
Rit. In te confido Signor, tu sei la gioia del mio cuor!
Signore, tu mi scruti e mi conosci,
tu conosci quando mi siedo
e quando mi alzo,
intendi da lontano i miei pensieri,
osservi il mio cammino
e il mio riposo,
ti sono note tutte le mie vie.
La mia parola
non è ancora sulla lingua
ed ecco, Signore, già la conosci tutta.
Alle spalle e di fronte mi circondi
e poni su di me la tua mano.
Meravigliosa per me
la tua conoscenza,
troppo alta, per me inaccessibile.
Dove andare lontano dal tuo spirito?
Dove fuggire dalla tua presenza?
Se salgo in cielo, là tu sei;
se scendo negli inferi, eccoti.
Se prendo le ali dell’aurora
per abitare all’estremità del mare,
anche là mi guida la tua mano
e mi afferra la tua destra.
Se dico: “Almeno le tenebre
mi avvolgano e la luce
intorno a me sia notte”,
nemmeno le tenebre
per te sono tenebre
e la notte è luminosa come il giorno;
per te le tenebre sono come luce.
Sei tu che hai formato i miei reni
e mi hai tessuto nel grembo
di mia madre.
Io ti rendo grazie:
hai fatto di me una meraviglia
stupenda; meravigliose
sono le tue opere,
le riconosce pienamente l’anima mia.
Non ti erano nascoste le mie ossa
quando venivo formato nel segreto,
ricamato nelle profondità della terra.
Ancora informe mi hanno visto
i tuoi occhi;
erano tutti scritti nel tuo libro i giorni che furono fissati
quando ancora non ne esisteva uno.
Quanto profondi per me
i tuoi pensieri,
quanto grande il loro numero, o Dio!
Se volessi contarli,
sono più della sabbia.
Mi risveglio e sono ancora con te.
Scrutami, o Dio,
e conosci il mio cuore,
provami e conosci i miei pensieri;
vedi se percorro una via di dolore
e guidami per una via di eternità.
Preghiera di Papa Francesco
per il Sinodo dei giovani
Signore Gesù,
la tua Chiesa in cammino
verso il Sinodo
volge lo sguardo a tutti i giovani
del mondo.
Ti preghiamo perché con coraggio
prendano in mano la loro vita,
mirino alle cose più belle
e più profonde
e conservino sempre un cuore libero.
Accompagnati da guide sagge
e generose,
aiutali a rispondere alla chiamata
che Tu rivolgi a ciascuno di loro,
per realizzare il proprio progetto
di vita e raggiungere la felicità.
Tieni aperto il loro cuore
ai grandi sogni
e rendili attenti al bene dei fratelli.
Come il Discepolo amato,
siano anch’essi sotto la Croce
per accogliere tua Madre,
ricevendola in dono da Te.
Siano testimoni della tua Risurrezione
e sappiano riconoscerti vivo
accanto a loro
annunciando con gioia che Tu sei il Signore. Amen.
Padre nostro
Tantum Ergo
benedizione eucaristica
acclamazioni
Dio sia benedetto.
Benedetto il suo Santo Nome.
Benedetto Gesù Cristo,
vero Dio e vero Uomo.
Benedetto il Nome di Gesù.
Benedetto il suo sacratissimo Cuore.
Benedetto il suo preziosissimo Sangue.
Benedetto Gesù nel santissimo
Sacramento dell’altare.
Benedetto lo Spirito Santo Paraclito.
Benedetta la gran Madre di Dio,
Maria Santissima.
Benedetta la sua santa
e Immacolata Concezione.
Benedetta la sua gloriosa Assunzione.
Benedetto il Nome di Maria,
Vergine e Madre.
Benedetto San Giuseppe,
suo castissimo Sposo.
Benedetto Dio nei suoi Angeli
e nei suoi Santi.