Va’ e anche tu fa’ lo stesso

[us_btn label=”Scarica il pdf” link=”url:http%3A%2F%2Fwww.testadp.cloud%2Fwp-content%2Fuploads%2F2019%2F04%2F2019-04-va-e-anche-tu-fa-lo-stesso.pdf||target:%20_blank|” style=”5″ align=”center” custom_width=”200px” css=”%7B%22default%22%3A%7B%22font-size%22%3A%2216px%22%7D%7D”][us_separator size=”small”]a cura delle Figlie della Chiesa (Santa Maria del Silenzio, Roma)

per l’adorazione eucaristica, aprile

Più volte il Santo Padre per definire la Chiesa usa l’immagine dell’ospedale da campo dove, chi si riconosce affetto da qualche malattia può accostarsi per farsi curare. La Chiesa, non insegue i potenti ma si schiera con i poveri: Rallegrati, piccola comunità cristiana, povera e umile ma bella ai miei occhi perché desideri ardentemente il mio Regno, hai fame e sete di giustizia, tessi con pazienza trame di pace, non insegui i potenti di turno ma rimani fedelmente accanto ai poveri. E così non hai paura di nulla ma il tuo cuore è nella gioia. Preghiamo, in questa adorazione, per i medici e il personale umanitario presenti in zone di guerra, che rischiano la propria vita per salvare quella degli altri. 

Canto: Misericordias Domini in eternum cantabo

Dal Vangelo di Lc 10, 25-37

Un dottore della legge si alzò per metterlo alla prova: «Maestro, che devo fare per ereditare la vita eterna?». Gesù gli disse: «Che cosa sta scritto nella Legge? Che cosa vi leggi?». Costui rispose: « Amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente e il prossimo tuo come te stesso». E Gesù: «Hai risposto bene; fa questo e vivrai».
Ma quegli, volendo giustificarsi, disse a Gesù: «E chi è il mio prossimo?». Gesù riprese:
«Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico e incappò nei briganti che lo spogliarono, lo percossero e poi se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima strada e quando lo vide passò oltre dall’altra parte. Anche un levita, giunto in quel luogo, lo vide e passò oltre. Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto lo vide e n’ebbe compassione. Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi, caricatolo sopra il suo giumento, lo portò a una locanda e si prese cura di lui. Il giorno seguente, estrasse due denari e li diede all’albergatore, dicendo: Abbi cura di lui e ciò che spenderai in più, te lo rifonderò al mio ritorno. Chi di questi tre ti sembra sia stato il prossimo di colui che è incappato nei briganti?».Quegli rispose: «Chi ha avuto compassione di lui». Gesù gli disse: «Va’ e anche tu fa’ lo stesso».

Canto: Ubi Caritas 

Da Giovani in missione

Non basta vedere il sofferente, occorre fargli spazio in noi, provare compassione, solidarizzare con lui… La compassione è sottrarre il dolore alla sua solitudine. Ma per arrivare a vivere ciò dobbiamo riconoscere le opposizioni con le quali lottiamo dentro di noi. Dobbiamo imparare a vedere la nostra paura; spesso essa c’impedisce di scorgere la paura del sofferente. Forse ho paura dell’isolamento in cui giace il ferito. “Il dolore isola assolutamente ed è da questo isolamento assoluto che nasce l’appello all’altro, l’invocazione all’altro… Non è la molteplicità umana che crea la socialità, ma è questa relazione strana che inizia nel dolore in cui faccio appello all’altro, e nel suo dolore che mi turba, nel dolore dell’altro che non mi è indifferente. È la compassione… Soffrire non ha senso, ma la sofferenza per ridurre la sofferenza dell’altro è la sola giustificazione della sofferenza, è la mia più grande dignità… La compassione, cioè soffrire con l’altro è la cosa che ha più senso nell’ordine del mondo”. (Emmanuel Levinas)

Interiorizzazione

Sappiamo dare tempo, energie all’ascolto di chi soffre?
Che cosa c’impedisce di restare a contemplare il volto di un fratello sofferente?
Quali sono le cause della spettacolarizzazione o della rimozione della sofferenza?

Posso dire che anche i miei occhi sono beati perché vedono
Gesù Buon Samaritano curvarsi si di me?
Quali sono quelle fragilità, quel bisogno che m’insidia,
che cerco di coprire invece di farne luogo d’incontro con Dio e con i fratelli?

Quali sono quei segni che riesco a intravedere già nel mio oggi
e che promettono pace, giustizia, accoglienza,
integrazione tra le persone diverse per razza, situazioni?

Cosa sei disposto a vivere perché la Chiesa continui a essere
immagine del Buon Samaritano
per l’umanità ferita di tutti i tempi e di tutti i luoghi?

Canto: Adoro Te

Sei qui davanti a me, o mio Signore
sei in questa brezza che ristora il cuore
roveto che mai si consumerà
presenza che riempie l’anima.
Adoro Te fonte della vita
adoro Te Trinità infinita
i miei calzeri leveró su questo santo suolo
alla presenza Tua mi prostrerò

Sei qui davanti a me o Mio Signor
nella Tua grazia trovo la mia gioia
Io lodo! Ringrazio e prego perché
il mondo ritorni a vivere in Te
a vivere in te.
Adoro te fonte della viata
adoro te trinità infinita
i miei calzari leveró su questo suolo
alla presenza tua mi prosteró

mio signor,
adoro te fonte della vita
i miei calzari leveró su questo santo suolo
alla presenza tua mi prostrerò
mio Signor

Dal Discorso ai medici cattolici di Papa Francesco (Lunedì, 28 maggio 2018)

La vostra qualifica di “medici cattolici” vi impegna ad una permanente formazione spirituale, morale e bioetica al fine di mettere in atto i principi evangelici nella pratica medica, partendo dal rapporto medico-paziente fino ad arrivare all’attività missionaria per migliorare le condizioni di salute delle popolazioni nelle periferie del mondo. La vostra opera è una forma peculiare di solidarietà umana e di testimonianza cristiana; il vostro lavoro, infatti, è arricchito con lo spirito di fede. Ed è importante che le vostre associazioni si impegnino per sensibilizzare a tali principi gli studenti di medicina e i giovani medici, coinvolgendoli nelle attività associative. L’identità cattolica non compromette la vostra collaborazione con coloro che, in una diversa prospettiva religiosa o senza un credo specifico, riconoscono la dignità e l’eccellenza della persona umana quale criterio della loro attività. La Chiesa è per la vita, e la sua preoccupazione è che nulla sia contro la vita nella realtà di una esistenza concreta, per quanto debole o priva di difese, per quanto non sviluppata o poco avanzata. Anche il campo della medicina e della sanità non è stato risparmiato dall’avanzata del paradigma culturale tecnocratico, dall’adorazione del potere umano senza limiti e da un relativismo pratico, in cui tutto diventa irrilevante se non serve ai propri interessi (cfr Lett. enc. Laudato si’, 122). Di fronte a questa situazione, voi siete chiamati ad affermare la centralità del malato come persona e la sua dignità con i suoi inalienabili diritti, in primis il diritto alla vita. Va contrastata la tendenza a svilire l’uomo malato a macchina da riparare, senza rispetto per principi morali, e a sfruttare i più deboli scartando quanto non corrisponde all’ideologia dell’efficienza e del profitto. La difesa della dimensione personale del malato è essenziale per l’umanizzazione della medicina. Siate ministri, oltre che di cure, di fraterna carità, trasmettendo a quanti avvicinate, con l’apporto delle vostre conoscenze, ricchezza di umanità e di compassione evangelica. Cari fratelli e sorelle, in tanti guardano a voi e alla vostra opera. Le vostre parole, i vostri gesti, i vostri consigli, le vostre scelte hanno un’eco che travalica il campo strettamente professionale e diventa, se coerente, testimonianza di fede vissuta. La professione assurge così alla dignità di vero e proprio apostolato. 

Canto: Solo in Dio

Solo in Dio riposa l’anima mia,
da lui la mia speranza.

Lui solo è mia rupe e mia salvezza,
mia roccia di difesa, non potrò vacillare.

In Dio è la mia salvezza e la mia gloria,
il mio saldo rifugio, la mia difesa.

Confida sempre in lui, oh popolo:
davanti a Lui effondi il tuo cuore.

Preghiera dei Medici nelle zone di guerra

Accogli, Dio onnipotente, le preghiere del tuo popolo e, mentre la tua giustizia sfolgora dal cielo, ogni terra produca letizia (Sl 85,12). Ascolta la nostra implorazione di pace per il cuore di ogni uomo, dona sollievo ai feriti, sostieni la speranza di chi ha paura, fa chi i bambini possano tornare a sorridere e a giocare ancora. Ti preghiamo: le nostre anime, che attendono ansiose l’avvento del figlio tuo, buon samaritano e redentore del mondo, siano ricolme di feconda benedizione.

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